Le mie Immagini
Le immagini
Una antica passione nata per immortalare immagini e soggetti legati agli ambienti naturali, soprattutto legate al mondo della Macrofotografia e della Fotografia subacquea, si è lentamente trasformata in una vera possibilità di tradurre e interpretare le immagini, con l’ausilio di strumentazione digitale.
La fotografia stessa nacque come figlia legittima della Camera oscura, con lo scopo di rendere le immagini il più possibile vicine alla realtà. Solo in seguito si trasformò in necessità interpretativa e artistica, introducendo l’uso di ottiche tecnologicamente sempre più avanzata e l’applicazione di filtri per modificare l’oggettività della ripresa.
Oltre alle immagini subacquee e alle macrofotografie naturalistiche, dove la tecnologia degli obbiettivi permette all’occhio di catturare aspetti del mondo ultrapiccolo, normalmente esclusi alla vista, mi sono occupato anche di riprese di ambienti naturali.
La possibilità offerta dalle moderne tecnologie digitali, di reinventare colori e forme, stravolgendo quanto l’occhio riesce a cogliere, ha portato alla creazione di paesaggi distopici e irreali che presentano “variazioni sul tema” delle medesime località, colte in momenti e con inquadrature differenti.
L’Isola di Bergeggi e il Promontorio di Capo Noli, nella Liguria di ponente, in provincia di Savona, ne sono solo un esempio.
A proposito delle mie fotografie…
Il pesante divario tra le fotocamere reflex a pellicola e le fotocamere digitali, è sempre meno ampio. Negli ultimi anni i nomi più noti del mercato fotografico hanno investito moltissime risorse per proporre apparecchiature sempre più evolute e altamente tecnologiche, per permettere all’utente di immortalare scene, ritratti e paesaggi.
Successivamente, negli ultimi decenni, sono comparsi gli smartphone, ovvero i telefonini cellulari muniti di fotocamera di livello sempre crescente.
Il fatto curioso è definirli ancora telefoni, visto che il loro utilizzo come apparecchi telefonici è quantomeno sporadico, se non occasionale.
Le varie funzioni come messaggi, WhatsApp, navigatori satellitari, centraline meteorologiche, registratori e altre applicazioni hanno modificato se non la forma degli smartphone almeno il loro utilizzo.
Ma la funzione più sfruttata è sicuramente quella di macchina fotografica.
Tornando indietro con la memoria non possiamo fare a meno di pensare ai rullini fotografici, sia pellicole che diapositive, ai costi d’acquisto, a quelli dello sviluppo e delle stampe fotografiche.
Partire per una lunga vacanza comportava dedicare una parte non indifferente del budget ai costi della attrezzatura e soprattutto a quelli dei materiali fotosensibili.
Senza contare il volume e il peso che ci accompagnavano, senza contare il fatto che non potevamo perdere d’occhio la mitica borsa delle attrezzature, pena un tanto prevedibile quanto inevitabile furto.
Ovviamente il cellulare tascabile comporta una serie immensa di vantaggi, non ultimo quello di poter inviare in “tempo reale” le immagini appena scattate, dopo averle eventualmente ritoccate con un prudente utilizzo dei filtri in dotazione al telefonino.
Proprio questi accessori, non ancora ben compresi nella loro profonda tecnologia, sono il magico folletto che potrebbe trasformare la fotografia di un banalissimo tramonto sul mare in una immagine ricca di fascino e di suggestione.
La tecnologia e i filtri, tuttavia, non riusciranno mai a rendere accettabili delle immagini scattate senza alcuna cura dell’inquadratura o del soggetto.
Qualche grammo d’istinto per cogliere l’attimo, qualche doverosa attesa per scegliere lo sfondo migliore, un minimo d’impegno per valutare l’inquadratura… e una buona manciata di fortuna, che non dovrebbe mai mancare, sono gli ingredienti indispensabili per ottenere risultati decorosi.
L’uso dei filtri è sempre di più oggetto di discussione. I puristi sostengono che le fotografie dovrebbero essere naturali come l’acqua minerale non gassata, mentre altri prendono in considerazione che l’occhio umano è sensibile solo ad una limitatissima gamma di frequenze elettromagnetiche cha vanno dal rosso al violetto. Le fotografie astronomiche eseguite dalle sonde spaziali, ad esempio, utilizzano rilevatori di frequenze invisibili all’occhio umano che permettono di riprendere radiazioni infrarosse, ultraviolette e raggi X, regalandoci immagini assolutamente false… ma al tempo stesso straordinarie.
Noi con i nostri telefonini possiamo trasformare un cielo banalmente velato da qualche nube, in uno sfondo drammatico dai colori terrificanti.
Queste “interpretazioni” sono un primo passo verso una dimensione artistica della autentica fotografia, percorso che venne intrapreso dalla pittura, quando dal manierismo quattro e cinquecentesco, fino al recente iperrealismo che si serve anche di tecniche fotografiche, si è cercato di riprodurre la realtà nel modo sempre più realistico.
Tuttavia con l’impressionismo ottocentesco si realizza la volontà degli artisti di catturare l’aspetto effimero di una scena o di un soggetto. Il vero obiettivo non fu quello di rappresentare la realtà statica, ma piuttosto l’impressione fugace che una scena o un momento particolare poteva suscitare.
Probabilmente l’impressionismo, seguendo alcuni principi importanti quali la pittura all’aria aperta, che conduce alla ripresa di vasti panorami colti nelle ore più diverse, o l’abolizione del disegno (il disegnare non esiste in natura, il disegno è un’invenzione intellettuale) si avvicina molto alla fotografia artistica, dove si esaspera la ricerca dell’attimo luminoso e dove l’esagerato, ma controllato, uso dei filtri può permettere al fotografo una potenzialità creativa assolutamente inaspettata.
Quindi, viste le caratteristiche intrinseche di quegli oggetti sempre più piatti che ognuno di noi tiene in tasca, possiamo sicuramente regalarci delle bellissime possibilità creative, offerte da un giocattolo versatile e indubbiamente senza costi aggiuntivi di stampa e sviluppo…