Un Tempio, annegato nella nebbia dell’inverno attendeva con fredda sapienza i protagonisti della magica Cerimonia.
Le Colonne erano gremite di festosi operai di tutti i ranghi.
Apprendisti, Compagni e Maestri si distinguevano per i colori dei loro paramenti ed esprimevano un manifesto compiacimento per i Lavori che stavano per iniziare.
Il pavimento presentava una ricercata simmetria rispettosa della Divina Proportione: la sezione aurea era mirabilmente espressa in ogni più piccolo dettaglio.
I Fratelli, divisi solo da lievi sfumature di ordine ideologico, si erano schierati in due gruppi distinti, in attesa che il Venerabile proclamasse l’apertura dei Lavori.
Quella particolare Cerimonia avrebbe dovuto decidere quale ideologia l’Obbedienza avrebbe finito per accettare, quale futuro avrebbe accolto i Fratelli presenti.
Il Venerabile, aiutato dai suoi Fratelli Esperti accolse i ventidue Maestri protagonisti del prezioso accadimento.
Questi si disposero nel Tempio seguendo precisi e raffinati cerimoniali consacrati dai secoli, rispettando rigide simmetrie di atavica memoria.
Due Maestri con paramenti funebri si disposero tra le colonne Jakin e Boaz che, moltiplicate per ragioni di simmetria, occuparono entrambi i lati brevi del Tempio.
I Sorveglianti si portarono verso l’esterno dello Spazio Aureo ed attesero gli ordini del Maestro Venerabile.
Questi, raccolse la Sacra Sphaera, frutto di lavoro duro e perseverante, e la consegnò ad un Maestro che il Fato avea in precedenza prescelto.
Al Colpo del suo fischietto i Lavori presero vita ed i Maestri, protagonisti della disputa ideologica, iniziarono a scolpire le proprie Tavole.
La Pietra Arrotondata partecipò attivamente alla dotta diatriba, dando ragione prima ad una Fazione e poi alla parte avversa, finché, un argomento più convincente degli altri, spinse la Sphaera tra le Colonne di un gruppo.
Il Venerabile, Arbitro supremo del Sacro Rito, raccolse la santa pietra e la ripose nel Sacro Spazio, al centro del Pavimento Rituale.
Si riprese la discussione fino a che a mezzanotte in punto un sacro segnale decretò la fine dei Lavori.
I ventidue Maestri, rappresentanti eletti degli Arcani Maggiori, assistettero immobili alla Cerimonia di chiusura, ma solo una parte di essi manifestò gioiosa, ……..inneggiando al simbolo dell’altrui Compasso ed ancor di più……….a quello della propria Squadra.
.: Gian :.