Quel livido squallor ch’infett’il mondo
odora di putredine e di morte,
e tutto quel che veggio è sol’immondo:
un lago di miseria che sconforte.
Il gran Burattinaio si diverte,
tenendo i burattin con braccio forte,
facendoli cader, quando l’incerte,
vicende del Pianeta ch’abitiamo,
gli pare che confondan le sue certe,
manovre, per legare noi che siamo,
svegliati dallo sonno della mente.
Ma tutta la miseria che vediamo,
ch’ancor di più, lo core puro sente,
è solo immondizia del Potere,
ch’infetta lo pensier di troppa gente.
Ci danno l’illusione di tenere,
mettendo una croce sulla scheda,
col voto l’espressione del volere,
ma è bene che a ciò nessuno creda.
Se qualche marionetta si ribella,
ti dicon di follia è certo preda,
e cercano di spenger quella Stella:
potrebbe illuminar tutta la scena
e raccontar, se attor, con la favella,
che tutt’i burattin ci fanno pena.
Svegliamoci Fratelli dalla notte,
dal fiume di terror che par in piena,
sveliamo le manovre più corrotte,
con quel coraggio che sappiam d’avere,
il rischio è che il Buco ner’inghiotte,
coloro che disio han di sapere.