Il testamento del Vascello Fantasma
IL TESTAMENTO DEL
VASCELLO FANTASMA
commedia tragico-esoterica
di
Giancarlo Guerreri
TRAMA
Siamo verso la metà dell’800, quattro personaggi si trovano sopra un vascello che ha subito
gravi danni dovuti ad una tempesta. Il Capitano, un uomo schivo e piuttosto arrogante, è
oggetto di interesse da parte di Samantha, una bella donna che vorrebbe sedurlo. Tanferna,
una vecchia e sudicia cuoca di bordo, e Donato, il mozzo, sono personaggi minori che
rappresentano le più basse pulsioni dell’uomo e gravitano intorno ai protagonisti.
Il Vascello diviene la metafora del corpo umano suddiviso in una zona esterna luminosa il
Paradiso ed una interna paragonabile all’Inferno: il ponte della nave avvicina alla Luce e
permette di vedere l’orizzonte e l’infinito del cielo. Sotto nella cambusa e nei locali cucina
domina il buio dell’inferno con le fiamme del focolare e delle candele.
Cimopolea, una figlia di Poseidone, è apparentemente la causa delle loro disgrazie poiché può
creare le tempeste, in realtà è solo uno strumento della Legge del Karma e obbedisce
anch’essa ad Ananke, la dea che rappresenta la Necessità. Cimopolea se vuole può essere
vista solo da un personaggio alla volta, propone una lettura dei tarocchi e spiega il loro
significato. I personaggi sembrano essere indifferenti e non si curano di ciò che viene loro
raccontato.
Nella commedia si elaborano i rapporti tra le varie parti della Coscienza, senza trovare un
solido equilibrio. Non emergono aspetti particolarmente positivi, solo Samantha, l’eterno
femminino, risulta legata a degli archetipi di un certo valore simbolico, quali la Bellezza,
l’Armonia, la Femminilità.
Cimopolea avverte tutti che sta per scatenare una terribile tempesta, è giunta l’ora di fare i
bilanci di una vita.
I vari personaggi si esprimono ed emerge l’idea che tranne Samantha nessuno di loro abbia
speso bene la propria vita e che intendano seppellire il loro ricordo nell’oblio.
Dopo varie vicissitudini compare il testamento del Vascello che descrive con grande distacco il
misterioso rapporto tra il corpo e le componenti della propria mente.
Un finale espresso in versi da Cimopolea conclude il Lavoro con un gesto plateale.